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Quando i legami culturali si allentano...
Thread poster: Silvia DC
Hilary Bruce
Hilary Bruce  Identity Verified
United Kingdom
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Italian to English
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Interessante e utile Jan 10, 2009

Laura Gentili wrote:

Su questo tema è intervenuta anche Isabella Blum:
http://www.isabellablum.it/template.php?pag=67113


Laura


Grazie per questo link. Penso che i suoi suggerimenti saranno molto utili anche per quelli come me, una madrelingua inglese che vive in Italia da troppo tempo e qualche volta fa fatica a riconoscere le contaminazioni.


 
Anna Russo, Dr.phil.
Anna Russo, Dr.phil.  Identity Verified
Germany
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German to Italian
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Vivere all'estero non comporta necessariamente un distacco dalla cultura nativa Dec 14, 2009

Ciao Silvia,

per me un traduttore è un cittadino aperto al mondo in tutti gli ambiti, che riesce a staccarsi dai luoghi comuni.

L'Olanda non è in capo al mondo e puoi benissimo organizzare viaggi e soggiorni frequenti in Italia. Inoltre, i moderni mezzi di comunicazione consentono di restare in contatto con la cultura nativa. Se non se ne ha il tempo, vuol dire che mancano l'interesse e la voglia di aggiornarsi, nonché la passione per la nostra professione.
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Ciao Silvia,

per me un traduttore è un cittadino aperto al mondo in tutti gli ambiti, che riesce a staccarsi dai luoghi comuni.

L'Olanda non è in capo al mondo e puoi benissimo organizzare viaggi e soggiorni frequenti in Italia. Inoltre, i moderni mezzi di comunicazione consentono di restare in contatto con la cultura nativa. Se non se ne ha il tempo, vuol dire che mancano l'interesse e la voglia di aggiornarsi, nonché la passione per la nostra professione.

Secondo quanto emerge da un'idagine internazionale ALL-Ocse (Adult Literacy and Life Skill) ripresa dal quotidiano La Repubblica, un laureato italiano su cinque non riesce ad andare oltre il livello elementare di produzione e decifrazione di un testo scritto e il 21% dei “dottori” non risulta in grado di produrre un testo minimamente complesso. Sette laureati su cento dichiarano all’Istat di non leggere mai, mentre un altro 7% di leggere solo per motivi legati al lavoro. Le giustificazioni più usate restano la “mancanza di tempo” e “la troppa stanchezza”.

Questo cosa ti dice? Che la lingua scritta e quella parlata sono due cose diverse e che, per possedere un'adeguata propensione alla scrittura, non è sufficiente vivere in Italia;-)

Hermann Hesse ha sempre vissuto all'estero e un gran numero di scrittori, ricercatori, scienziati, giornalisti e diplomatici cerca all'estero più gratificanti e sicuri sbocchi di carriera, senza per questo aver dimenticato la propria lingua madre.

Non entro nel merito dei tanti traduttori che non hanno mai più messo piede nel Paese della lingua passiva e ormai traducono come dal greco e dal latino, cioè da lingue morte, perché lo ritengo un comportamento poco professionale.

Forse, la parola chiave è proprio "professionalità", anche se trita e ritrita e spesso usata a sproposito. Un "professionista" si darà costantemente da fare per colmare le proprie lacune, qualunque esse siano e ovunque si trovi. Una persona che si accontenta della mediocrità, non lo farà.

Ciao
anna
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Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Itanglese? Dec 14, 2009

Chiara Santoriello wrote:

...quindi vivere nel paese della lingua verso la quale si traduce è a mio avviso indispensabile.


Guarda caso tu vivi in Italia. Che coincidenza...
E' indispensabile anche chiamarsi con un nome che inizia con la "C", e avere un cognome di 11 lettere?

Chiara Santoriello wrote:

Mi capita di revisionare traduzioni in italiano che immagino siano fatte da italiani residenti all'estero dove l'italiano è diventato itanglese.


Strano. Io ho lasciato l'Italia quando si parlava molto meno "Itanglese" di ora (vedi: http://www.proz.com/forum/italian/153055-itanglese.html ) e sono una specie di "fossile" che parla ancora in italiano...

Ho letto qualche giorno fa un libro, il titolo è "Corso di marketing". Stampato a Segrate. Mi sembra che sia vicino a Milano e non a Birmingham...

Eppure all'interno leggo: "si pensi per esempio alle collecting..." - "..il brand name è importantissimo..." - "...capire le abitudini degli user..."

Non capisco che cosa ci sia di brutto nelle parole "raccolte punti", "nome della marca", "consumatore".. sarà che non ho studiato l'itanglese?


 
Daniele Martoglio
Daniele Martoglio  Identity Verified
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Polish to Italian
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Itanglese fresco di giornata... Dec 17, 2009

Scenetta di poche ore fa: giro con il mio cliente italiano abitante in Italia presso suoi clienti polacchi, facendo interpretariato italiano-polacco.

Giriamo decine di clienti, e per caso uno dei clienti sa l'italiano. Allora si impunta a parlare in italiano senza utilizzarmi come interprete. Perfetto, una volta tanto mi faccio pagare per stare buono buono, seduto sulla sedia...
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Scenetta di poche ore fa: giro con il mio cliente italiano abitante in Italia presso suoi clienti polacchi, facendo interpretariato italiano-polacco.

Giriamo decine di clienti, e per caso uno dei clienti sa l'italiano. Allora si impunta a parlare in italiano senza utilizzarmi come interprete. Perfetto, una volta tanto mi faccio pagare per stare buono buono, seduto sulla sedia

Negli incontri precedenti avevo tradotto un termine polacco con "dermoconsulente", attenendomi strettamente al polacco, tanto più che si trattava praticamente di hostess che stavano in un angolino dello spazio vendita, dando consigli sugli acquisti ai potenziali clienti.. Niente di più.

Il mio cliente italiano intrattiene conversazione - in italiano - con il cliente polacco, ed ecco che parlando deve usare la parola "dermoconsulente". Riferisco parola per parola:

"A proposito delle... dermoconsulenti..." - fa un pausa di riflessione, aggrotta la fronte e dice: "...come si dice in italiano?... ah si! Beauticians!"

Saluti da Varsavia innevata, a -10°C
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