Pages in topic: [1 2 3 4 5 6 7] > | Albo dei traduttori Thread poster: gianfranco
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NOTA DAL MODERATORE Cari colleghi, mi inserisco in testa a questo intervento di Giovanni, con il suo permesso, per comunicare che una precedente discussione (a proposito di tariffe) ha generato questa discussione sull'albo dei traduttori. Essendo l'Albo fuori tema rispetto all'argomento trattato, ho deciso di spostare gli interventi relativi in questa nuova discussione dedicata, allo scopo di mantenere in tema la discussione precedente e dare uno spazio dedicato a questo nuovo tema. In alcuni punti questa discussione potra' apparire un po' sconnessa, in certi riferimenti, ma sostanzialmente si puo' seguire il filo. Chiedo scusa se ancora rimane qualche riferimento mancante. Gianfranco Non capisco perché vi sia così tanto astio nei confronti di uno strumento che potrebbe regolare la nostra categoria. All'albo potrebbero essere iscritti sia i neolaureati in traduzione (previo esame di stato) sia chi già pratica la professione (esperienza + eventuali titoli di studio conseguiti). Avvocati e medici non possono svolgere la professione se non sono iscritti all'albo e non vedo perché questo non debba essere possibile anche per la nostra categoria. Ripeto: non escluderei nessuno a priori. Per diventare traduttori basterà iscriversi a una scuola di traduzione o università e alla fine del corso (dopo la laurea) e superare l'esame di stato (che dovrà essere sufficientemente selettivo). In questo modo si darà una minima garanzia di qualità, cosa che non esiste al giorno d'oggi, si eliminerà l'improvvisazione e il numero dei traduttori sul mercato scenderà a livelli umani, con una minore concorrenza, tariffe più adeguate e un'immagine professionale più consona. Giovanni | | |
Giovanni Guarnieri MITI, MIL wrote: Non capisco perché vi sia così tanto astio nei confronti di uno strumento che potrebbe regolare la nostra categoria. All'albo potrebbero essere iscritti sia i neolaureati in traduzione (previo esame di stato) sia chi già pratica la professione (esperienza + eventuali titoli di studio conseguiti). Avvocati e medici non possono svolgere la professione se non sono iscritti all'albo e non vedo perché questo non debba essere possibile anche per la nostra categoria. Ripeto: non escluderei nessuno a priori. Per diventare traduttori basterà iscriversi a una scuola di traduzione o università e alla fine del corso (dopo la laurea) e superare l'esame di stato (che dovrà essere sufficientemente selettivo). In questo modo si darà una minima garanzia di qualità, cosa che non esiste al giorno d'oggi, si eliminerà l'improvvisazione e il numero dei traduttori sul mercato scenderà a livelli umani, con una minore concorrenza, tariffe più adeguate e un'immagine professionale più consona. Giovanni
[Edited at 2004-11-08 15:54] come tu sai, mi sono battuta e mi sto battendo su Langit per questo, ma è lettera morta. Oltretutto, in Italia, esiste già una proposta di legge simile a quella di tutti gli altri albi professionali e, a questo punto vorrei anche dire, che non è detto che due o tre anni di pratica per chi non ha mai svolto questa professione presso un'agenzia debbano essere gratuiti. | | | ancora sull'albo... | Nov 8, 2004 |
Chiara Santoriello wrote: come tu sai, mi sono battuta e mi sto battendo su Langit per questo, ma è lettera morta. Oltretutto, in Italia, esiste già una proposta di legge simile a quella di tutti gli altri albi professionali e, a questo punto vorrei anche dire, che non è detto che due o tre anni di pratica per chi non ha mai svolto questa professione presso un'agenzia debbano essere gratuiti. lo so, Chiara, lo so... eravamo a favore solo in quattro, fra cui il sottoscritto, il quale, dall'Inghilterra, può fare ben poco. Le possibilità sono molteplici. D'altra parte, chi si avvia a questa carriera e pratica tariffe da fame (pur di "lavorare") non offre i propri servizi gratuitamente? Perché a quelle tariffe non si guadagna, si lavora in perdita. Per Giovanna: non mi riferivo a te, direttamente, ma proprio al dibattito sull'albo tenutosi su Langit. Quattro persone a favore su 1000 iscritti in "yes mail" mi sembrano molto poche... le ragioni sono facilmente intuibili. Giovanni | | |
Domenica Grangiotti wrote: Due note biografiche, per capirci: ho 39 anni, lavoro nel campo delle traduzioni da 15, dal 2001 ho la partita IVA. Credo che nel tuo caso tu abbia tutti i requisiti per poter essere ammessa a un albo in quanto hai un'esperienza pluriennale dimostrabile. Quindi, presentando tutti i documenti e sostenendo il relativo esame potrai senz'altro farvi parte a tuo vantaggio. Aggiungo che - se per improvvisazione si intende lavoro irregolare ("nero") - si tratta di un comportamento *illegale*, che ci danneggia come cittadini che pagano le tasse, ancor prima che come traduttori. Per improvvisazione si intende anche questo comportamento, mi chiedo come si fa a raggiungere i minimi imposti dagli studi di settore con tariffe così basse. E, purtroppo, come ho detto prima, c'è tanta gente che fa questo lavoro per arrotondare stipendi o pensioni praticando le tariffe che vuole. Con questo non intendo dire che un pensionato o chi voglia arrotondare il suo stipendio non possa fare traduzioni ma, per farlo, deve attenersi a certe regole praticando certe tariffe e iscrivendosi a un Albo. E' in questo senso che l'Albo "regolamenta", ma chi ha i requisiti non deve proprio temere nulla. Sul link qui di seguito si trova la proposta di legge che risale a qualche anno fa http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk1000/articola/0700.htm Spero di averti tranquillizzato Chiara | |
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Vorrei una risposta LOGICA ad una domanda LOGICA: come l'Albo vincola? | Nov 8, 2004 |
Voi fate il confronto con medici, avvocati, notai eccetera. Ma c'e' un errore logico di base. Sono professioni che funzionano LOCALMENTE in un ambito territoriale, statuale, definito. Lo stato italiano puo' fissare un CRITERIO per permettere (o impedire) a qualcuno di fare il medico in Italia. Cosi per l'avvocato, il notaio e tutte le professioni esercitate in maniera LOCALE. Cosa vuol dire l'Albo quando le traduzioni viaggiano via internet? Fate l'Albo italiano.... See more Voi fate il confronto con medici, avvocati, notai eccetera. Ma c'e' un errore logico di base. Sono professioni che funzionano LOCALMENTE in un ambito territoriale, statuale, definito. Lo stato italiano puo' fissare un CRITERIO per permettere (o impedire) a qualcuno di fare il medico in Italia. Cosi per l'avvocato, il notaio e tutte le professioni esercitate in maniera LOCALE. Cosa vuol dire l'Albo quando le traduzioni viaggiano via internet? Fate l'Albo italiano. E poi che succede? Il senso dell'Albo nelle altre professioni é: se fai il dentista e non sei dentista, arriva la polizia e CLICK manette alle mani e ti arresta. E per le traduzioni? Chi "arrestiamo"? La ditta italiana che fa tradurre un testo ad un traduttore italiano in Italia? E se l'italiano è all'estero? Rifacciamo il "proibizionismo" come per l'alcool nell'America d'inizio secolo? Gia mi vedo i prestanome di traduzioni.. LOGICAMENTE COSA VUOL DIRE L'ALBO? Praticamente l'unica cosa è dire: "SONO NELL'ALBO". L'Albo puo' ACCETTARE o NON ACCETTARE QUALCUNO. Ma come questo puo' IMPEDIRE a chi non è nell'Albo di lavorare? QUINDI: l'albo non è altro che un'altra AITI. Un'altra associazione di categoria. Solo che STATALE. Tanto casino per fare un'altra associazione? Fatela. Fatene otto, se volete. Vi do il mio permesso, Re Daniele I vi concede di aprire l'Albo. Se qualcuno mi spiega LOGICAMENTE in che modo l'Albo possa avere un potere VINCOLANTE sul mercato delle traduzioni sarei molto grato. Daniele ▲ Collapse | | | La mia risposta a Daniele | Nov 8, 2004 |
Daniele Martoglio wrote: Voi fate il confronto con medici, avvocati, notai eccetera. Ma c'e' un errore logico di base. Sono professioni che funzionano LOCALMENTE in un ambito territoriale, statuale, definito. Lo stato italiano puo' fissare un CRITERIO per permettere (o impedire) a qualcuno di fare il medico in Italia. Cosi per l'avvocato, il notaio e tutte le professioni esercitate in maniera LOCALE. Cosa vuol dire l'Albo quando le traduzioni viaggiano via internet? Fate l'Albo italiano. E poi che succede? Il senso dell'Albo nelle altre professioni é: se fai il dentista e non sei dentista, arriva la polizia e CLICK manette alle mani e ti arresta. E per le traduzioni? Chi "arrestiamo"? La ditta italiana che fa tradurre un testo ad un traduttore italiano in Italia? E se l'italiano è all'estero? Rifacciamo il "proibizionismo" come per l'alcool nell'America d'inizio secolo? Gia mi vedo i prestanome di traduzioni.. LOGICAMENTE COSA VUOL DIRE L'ALBO? Praticamente l'unica cosa è dire: "SONO NELL'ALBO". L'Albo puo' ACCETTARE o NON ACCETTARE QUALCUNO. Ma come questo puo' IMPEDIRE a chi non è nell'Albo di lavorare? QUINDI: l'albo non è altro che un'altra AITI. Un'altra associazione di categoria. Solo che STATALE. Tanto casino per fare un'altra associazione? Fatela. Fatene otto, se volete. Vi do il mio permesso, Re Daniele I vi concede di aprire l'Albo. Se qualcuno mi spiega LOGICAMENTE in che modo l'Albo possa avere un potere VINCOLANTE sul mercato delle traduzioni sarei molto grato. Daniele L'ALBO VUOL DIRE TUTTO, REGOLAMENTA, IMPONE UN TARIFFARIO, E POI HA UN SENSO DATO CHE ESISTE GIA' UNA PROPOSTA DI LEGGE. NON VEDO PERCHE' NE AVETE TUTTI COSI' PAURA. | | | Omar Osman Local time: 08:44 Member Somali to English + ...
Daniele Martoglio wrote: Voi fate il confronto con medici, avvocati, notai eccetera. Ma c'e' un errore logico di base. Sono professioni che funzionano LOCALMENTE in un ambito territoriale, statuale, definito. Lo stato italiano puo' fissare un CRITERIO per permettere (o impedire) a qualcuno di fare il medico in Italia. Cosi per l'avvocato, il notaio e tutte le professioni esercitate in maniera LOCALE. Cosa vuol dire l'Albo quando le traduzioni viaggiano via internet? Fate l'Albo italiano. E poi che succede? Il senso dell'Albo nelle altre professioni é: se fai il dentista e non sei dentista, arriva la polizia e CLICK manette alle mani e ti arresta. E per le traduzioni? Chi "arrestiamo"? La ditta italiana che fa tradurre un testo ad un traduttore italiano in Italia? E se l'italiano è all'estero? Rifacciamo il "proibizionismo" come per l'alcool nell'America d'inizio secolo? Gia mi vedo i prestanome di traduzioni.. LOGICAMENTE COSA VUOL DIRE L'ALBO? Praticamente l'unica cosa è dire: "SONO NELL'ALBO". L'Albo puo' ACCETTARE o NON ACCETTARE QUALCUNO. Ma come questo puo' IMPEDIRE a chi non è nell'Albo di lavorare? QUINDI: l'albo non è altro che un'altra AITI. Un'altra associazione di categoria. Solo che STATALE. Tanto casino per fare un'altra associazione? Fatela. Fatene otto, se volete. Vi do il mio permesso, Re Daniele I vi concede di aprire l'Albo. Se qualcuno mi spiega LOGICAMENTE in che modo l'Albo possa avere un potere VINCOLANTE sul mercato delle traduzioni sarei molto grato. Daniele Condivido specialmente sull'ultimo paragrafo. | | | A chi si applicherebbe? | Nov 8, 2004 |
Daniele, Omar, Gianfranco, Giovanni (a memoria, forse tralascio qualche espatriato), noi siamo comunque esclusi dal discorso. Finora non ho partecipato alla discussione sull'albo qui e altrove perché comunque non mi (ci) riguarderebbe. Cito dalla proposta di legge, art. 9, comma 1 sui requisiti per l'iscrizione: d) residenza nel territorio della Repubblica Italiana; [Messaggio modificato dopo lo spostamento al nuovo thread] Premetto che sono d'accordo a una regolamentazione della professione, che tutelerebbe tanto i traduttori quanto (come già evidenziato da qualcun altro) i fruitori dei nostri servizi. Ma come si applicherebbe un albo? Già la previsione citata sopra mette in luce come l'istituzione di creerebbe situazioni paradossali: molti sarebbero i professionisti (magari in possesso di tutti gli altri requisiti) che ne resterebbero esclusi - Quale sarebbe la conseguenza? Non poter lavorare per clienti italiani? E come imporre l'osservanza dell'albo italiano a clienti esteri? Non è possibile (l'albo dipenderebbe da una legge della Repubblica: non si applica a cittadini esteri, un po' come il fatto che i clienti esteri non pagano la ritenuta d'acconto). Di conseguenza per i traduttori, o presunti tali a questo punto, che non hanno i requisiti per l'iscrizione la scappatoia è bella e pronta: lavorare solo per clienti esteri (e dichiarare nei documenti ufficiali italiani di occuparsi di "consulenza linguistica", magica parola che include tutto) Ho l'impressione che mi sfugga qualcosa del concetto di albo ma per averne a suo tempo discusso con professionisti che ne hanno l'obbligo (medici e architetti), non riesco a capire come potrebbe applicarsi a una professione come il traduttore/interprete.
[Edited at 2004-11-09 11:54] | |
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Dinny Greece Local time: 03:44 Italian to Danish + ... Non è oro tutto quello che brilla.... | Nov 8, 2004 |
Credo che l’Albo sarebbe bello e utile perché col tempo conterrebbe membri capaci di offrire una qualità superiore del lavoro che altrimenti, forse, non si trova – del tipo: garantito o rimborsato – altrimenti non avrebbe senso scegliere un membro dell’albo piuttosto che un traduttore qualsiasi che si dice capace. E mi illudo che se ci fosse un’albo del genere, alla fine i clienti saprebbero apprezzare la certezza di sapere che un qualsiasi lavoro affidato ad un membro dell’albo sa... See more Credo che l’Albo sarebbe bello e utile perché col tempo conterrebbe membri capaci di offrire una qualità superiore del lavoro che altrimenti, forse, non si trova – del tipo: garantito o rimborsato – altrimenti non avrebbe senso scegliere un membro dell’albo piuttosto che un traduttore qualsiasi che si dice capace. E mi illudo che se ci fosse un’albo del genere, alla fine i clienti saprebbero apprezzare la certezza di sapere che un qualsiasi lavoro affidato ad un membro dell’albo sarebbe effettuato al massimo livello di qualità. Value for Money. Trovo assurda la pretesa della residenza in Italia, ormai siamo talmente globalizzati che non ha senso questa pretesa – ma sarebbe importante concentrarsi sulle qualifiche: non necessariamente soltanto la laurea, che per quanto ne so potresti averla comprato, con i tempi che corrono. Ma le qualifiche di una vita di lavoro dovrebbero poter contare a pari livello! Beh, io all’albo italiano comunque non potrei iscrivermi, sono danese ma mi piacerebbe che ci fosse in arrivo una cosa simile in Danimarca, logicamente non con la pretesa che io fosse residente in Danimarca, che cavolo c’entra??? Carte in mano, se sei qualificato ti iscriviamo, se non siamo convinti ti facciamo fare 7000 tests per accertarcene, e nota bene che se non sei all’altezza ti tocca comunque ripagare quanto riscosso ingiustamente per traduzioni del cavolo e poi contestate e sarai scacciato dall’albo. Quello sì che mi sembrano regole giuste! E con un’albo del genere si potrebbe pretendere tariffe giuste per un lavoro ben fatto! Mentre chi non ne è membro e si offre a metà tariffa si è squalificato da se. ▲ Collapse | | | Aspetto ancora la risposta logica... | Nov 8, 2004 |
Distinguiamo tra logica e politica. Io non ho chiesto se l'Albo è bello o brutto (politica, soggetta ai gusti). Ma ho chiesto COME FA L'ALBO A VINCOLARE? (giuro che non urlo, è solo il grassetto, sono anni che scrivo email cosi, nessuno si è mai arrabbiato..) Il progetto di legge dice al comma 4 dell art. 1: 4. L'iscrizione all'albo è obbligatoria per l'esercizio della professione. Se leggete un QUALUNQUE testo di diritto per la III media, vi viene spie... See more Distinguiamo tra logica e politica. Io non ho chiesto se l'Albo è bello o brutto (politica, soggetta ai gusti). Ma ho chiesto COME FA L'ALBO A VINCOLARE? (giuro che non urlo, è solo il grassetto, sono anni che scrivo email cosi, nessuno si è mai arrabbiato..) Il progetto di legge dice al comma 4 dell art. 1: 4. L'iscrizione all'albo è obbligatoria per l'esercizio della professione. Se leggete un QUALUNQUE testo di diritto per la III media, vi viene spiegato che una legge deve prevedere un meccanismo sanzionatorio! Senza questo meccanismo la legge non esiste. Non esiste la legge che dice "E' vietato fumare" e basta. La legge dice "Paghi 100 euro se ti becco a fumare". Ma qui c'e' un problema LOGICO dovuto alla natura internazionale del lavoro di traduttore.. un po come il problema dei siti internet in server posti a Chissadovia, per fregare la polizia.. L'Italia non puo' impedire ad un ITALIANO residente all'estero di fare traduzioni per una agenzia italiana. Come fa? Non solo tecnicamente, ma come fa giuridicamente? Come va inteso il comma 4? "Ti arresto se hai fatto una fattura con scritto sopra 'traduzione', se sei residente in Italia e non sei iscritto all'albo"? Perche la legge non puo' impedire a CHICCHESSIA di scrivere sul proprio computer la traduzione di un testo. Può intervenire su quelle operazioni che lasciano traccia. Ossia sulla fatturazione.. QUINDI: 1) I traduttori italiani residenti all'estero festeggeranno l'esistenza dell'albo. Noi possiamo tradurre tutto quello che ci pare, fare fattura e scriverci "traduzione". Tanto il diritto polacco, irlandese, inglese ecc ecc non ha niente in contrario.. 2) I traduttori italiani residenti in Italia faranno fatture con scritto qualcos'altro, per farsi pagare dalle agenzie italiane. Diventeranno tutti "consulenti aziendali". 3) Qualche traduttore che ne avra la voglia fara la trafila e si iscrivera' all'albo. Insomma come oggi con le associazioni varie.. Vorrei un'obiezione LOGICA a quello che ho scritto. Non bello/brutto mi piace/non mi piace. Capisco che usare la logica costa di piu' che dare un'opinione, ma in fondo da un consesso di illustri traduttori posso pretendere smaglianti prestazioni, non è così? Daniele PS: traducendo contratti dal Polacco all'Italiano ho trovato spesso errori logici nell'originale. Hanno dovuto riscrivere il contratto.. he he he ▲ Collapse | | | Una parentesi sull'albo | Nov 9, 2004 |
Salve, fra un po' saranno 20 anni che faccio il traduttore professionista, fra un po' saranno 20 anni che sento parlare dell'istituzione dell'albo per i traduttori-interpreti, fra un po' saranno 20 anni che mi sento dire che l'albo non ci sarà mai per motivi politici e perché l' "orientamento" (non meglio precisato di quale orientamento si tratti) va da un'altra parta (opposta a quella dell'albo, penso io), e qualche settimane fa, ho sentito alla TV la not... See more Salve, fra un po' saranno 20 anni che faccio il traduttore professionista, fra un po' saranno 20 anni che sento parlare dell'istituzione dell'albo per i traduttori-interpreti, fra un po' saranno 20 anni che mi sento dire che l'albo non ci sarà mai per motivi politici e perché l' "orientamento" (non meglio precisato di quale orientamento si tratti) va da un'altra parta (opposta a quella dell'albo, penso io), e qualche settimane fa, ho sentito alla TV la notizia della creazione dell'albo ... degli ISTRUTTORI DI FITNESS (scusami Gianfranco, ma quando ci vuole ci vuole!) (e faccio pure le mie scuse agli istruttori di fitness...) Moralità: --> tutte le discussioni su i c.d. motivi politici ed orientamenti contrari sono balle. L'unica verità è che noi traduttori (in quanto categoria) non siamo mai stati capaci di metterci insieme e di alzare la voce abbastanza forte per farci sentire. Cosa che gli istruttori di fitness sono riusciti a fare molto bene in pochissimo tempo. Quindi bravi loro, e scemi noi. Purtroppo! Le mie 0,02 (a cartella) Ciao, Jean-Marie ▲ Collapse | | | Chiara e Giovanni | Nov 9, 2004 |
io non ho seguito la discussione su Langit di cui avete parlato (forse perché sono stata parecchio in no mail per sovraccarico di impegni). Quali passi sono necessari per creare un albo? Mi illuminate, per favore? A proposito di quanto dice Jean-Marie, è vero: la tendenza in Italia è quella di abolire gli albi. Quando ci hanno provato con i notai (che sono quasi una categoria basata sul principio dell'ereditarietà, più ancora che sull'albo... See more io non ho seguito la discussione su Langit di cui avete parlato (forse perché sono stata parecchio in no mail per sovraccarico di impegni). Quali passi sono necessari per creare un albo? Mi illuminate, per favore? A proposito di quanto dice Jean-Marie, è vero: la tendenza in Italia è quella di abolire gli albi. Quando ci hanno provato con i notai (che sono quasi una categoria basata sul principio dell'ereditarietà, più ancora che sull'albo ) questi gli hanno risposto un bel NO. Altra precisazione: credo che questo thread offra un bello (ironicamente inteso) spaccato di quanto profonde siano le divisioni tra i traduttori. Non siamo neppure in grado di trovare una definizione di "bene comune", non saremo mai in grado di percorrere insieme un tratto di strada qualsiasi verso la tutela della professione. A questo punto, sprofondando nel nichilismo, mi chiedo se esista una *professione* o una *categoria*. Dubito.
[Edited at 2004-11-09 08:55] ▲ Collapse | |
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la mia risposta a Jean Marie | Nov 9, 2004 |
victorhugo wrote: Salve, fra un po' saranno 20 anni che faccio il traduttore professionista, fra un po' saranno 20 anni che sento parlare dell'istituzione dell'albo per i traduttori-interpreti, fra un po' saranno 20 anni che mi sento dire che l'albo non ci sarà mai per motivi politici e perché l' "orientamento" (non meglio precisato di quale orientamento si tratti) va da un'altra parta (opposta a quella dell'albo, penso io), e qualche settimane fa, ho sentito alla TV la notizia della creazione dell'albo ... degli ISTRUTTORI DI FITNESS (scusami Gianfranco, ma quando ci vuole ci vuole!) (e faccio pure le mie scuse agli istruttori di fitness...) Moralità: --> tutte le discussioni su i c.d. motivi politici ed orientamenti contrari sono balle. L'unica verità è che noi traduttori (in quanto categoria) non siamo mai stati capaci di metterci insieme e di alzare la voce abbastanza forte per farci sentire. Cosa che gli istruttori di fitness sono riusciti a fare molto bene in pochissimo tempo. Quindi bravi loro, e scemi noi. Purtroppo! Le mie 0,02 (a cartella ) Ciao, Jean-Marie Sono d'accordo con tutto quanto da te affermato. Ci sarà anche l'Albo degli infermieri e, forse quello delle badanti. Chiara | | |
sabina moscatelli wrote: io non ho seguito la discussione su Langit di cui avete parlato (forse perché sono stata parecchio in no mail per sovraccarico di impegni). Quali passi sono necessari per creare un albo? Mi illuminate, per favore? A proposito di quanto dice Jean-Marie, è vero: la tendenza in Italia è quella di abolire gli albi. Quando ci hanno provato con i notai (che sono quasi una categoria basata sul principio dell'ereditarietà, più ancora che sull'albo ) questi gli hanno risposto un bel NO. Altra precisazione: credo che questo thread offra un bello (ironicamente inteso) spaccato di quanto profonde siano le divisioni tra i traduttori. Non siamo neppure in grado di trovare una definizione di "bene comune", non saremo mai in grado di percorrere insieme un tratto di strada qualsiasi verso la tutela della professione. A questo punto, sprofondando nel nichilismo, mi chiedo se esista una *professione* o una *categoria*. Dubito. [Edited at 2004-11-09 08:55] Ai primi di settembre su Langit ci sono stati vari scambi di opinione sull'albo. Io e altre tre persone favorevoli e praticamente mille contrari per le motivazioni più assurde. | | | Professione, categoria... | Nov 9, 2004 |
sabina moscatelli wrote: A questo punto, sprofondando nel nichilismo, mi chiedo se esista una *professione* o una *categoria*. Dubito. Sabina, La professione, e la professionalità, direi di si, esiste, ed è quella che una/uno riesce a crearsi con tanto lavoro, fatica e perseveranza. La categoria, direi di no, aspettando una smentita (potrei anche dire "aspettando Godot" che sarebbe lo stesso...). Ciao, Jean-Marie | | | Pages in topic: [1 2 3 4 5 6 7] > | To report site rules violations or get help, contact a site moderator: You can also contact site staff by submitting a support request » Albo dei traduttori Trados Studio 2022 Freelance | The leading translation software used by over 270,000 translators.
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